08 Lug Cellulite sclerotica: cosa succede alla nostra pelle?
La cellulite sclerotica rappresenta il terzo stadio della cellulite. Prima di indagarne la natura specifica, cerchiamo di capire bene cosa è e cosa determina la sua formazione.
I meccanismi che portano alla comparsa della cellulite riguardano sia gli strati più superficiali della pelle (il derma) che quelli più profondi (l’ipoderma).
Nel derma, la microcircolazione sanguigna viene alterata, portando ad uno stato edematoso da stasi idrica. Nell’ipoderma, invece, si formano masse adipose che si spingono verso l’alto e si incuneano nel derma, compromettendo la struttura sottocutanea: questi processi generano il tipico aspetto di pelle “a buccia d’arancia”.
Cosa succede alla nostra pelle?
In una prima fase gli adipociti, aumentando di numero e volume, possono portare alla compressione dei vasi sanguigni, compromettendo lo scambio idro-salino e facilitando la fuoriuscita di liquidi a livello dei capillari.
In una seconda fase, poi, gli adipociti si aggregano creando noduli privi di irrorazione sanguigna. Le fibre di collagene si irrigidiscono, comprimendo le terminazioni nervose e creando infossamenti nella cute, intaccando lo strato sottocutaneo.
Nella cellulite sclerotica, i noduli aumentano di dimensione e si presentano induriti e dolenti al tatto. Possono comparire segni di insufficienza venosa e/o linfatica, con edema dei tessuti. Anche se con difficoltà, è ancora possibile intervenire con appositi trattamenti mirati (estetici e medico-estetici).
La parte colpita dal disturbo si presenta molle e senza tono; sono presenti molti avvallamenti e la “buccia d’arancia” è decisamente evidente, anche senza compressione. Possono comparire edemi come segnale di difetto circolatorio e si avvertono dolore al tatto oltre a cute fredda ed alterata nel colore.
L’analisi termografica aiuta a comprendere a che tipo di stadio di cellulite ci troviamo e a identificare la modalità migliore di intervento: parliamo di un esame veloce, totalmente indolore, che può essere effettuato più volte per verificare lo stato di avanzamento e l’efficacia dei trattamenti effettuati.
Tramite l’utilizzo di una speciale lastra a cristalli liquidi microincapsulati, la termografia a contatto consente di avere un’immagine a colori, ad alta definizione, che riflette la situazione dei tessuti sottostanti, permettendo di classificare la cellulite in uno dei suoi stadi.
Il sistema ha un’elevatissima sensibilità ed è in grado di mostrare i primissimi accumuli quando ancora non visibili ad occhio nudo o riscontrabili alla palpazione.
In base alla diagnosi effettuata, è possibile intervenire sia per frenarne lo sviluppo che per migliorare la situazione tramite appositi trattamenti mirati.